RICOMINCIAMO - pesca a fondo 13/07/2016


Saranno passati secoli oramai dall'ultima volta che ho scritto qui sul blog, anche perchè da allora l'unica cosa che le mie canne da surf hanno preso è stata solo polvere!!

Oggi la parola d'ordine è RITORNO: è ritornato Marco, da buon figliuol prodigo, dalle Americhe; è tornato pure quel polentone di un Francesco; Anthony è ritornato a fare cappotti ed io sono tornato a pescare lì dove da piccolino andavo la mattina presto a vedere i colibrì...

Che idillio!!

Le steppe da attraversare
La decisione della zona di pesca è stata incerta fino all'ultimo ma grazie al guizzo fatale del grande assente Andrea, oramai convertito allo spinning (si, perchè a lui il pesce piace grosso), i sentimenti e i presagi mi hanno portato lì dove se non ci fossero gli alberi potrei sentirmi proprio dentro casa.
La difficoltà però stava nel fatto che per arrivarci avremmo dovuto scarpinare per dune e macchia per una buona mezz'ora. Nulla di che, direte voi, ma fatelo zavorrati dell'attrezzatura e con la citilena che vi taglia la mano!

Ci mettiamo in pesca rispettando la tradizione che vuole a nostro supporto morale litrate di birra... La prima mormora che mi fa visita è dimensione "asian" e la rilascio in mare; il tempo di prendere una quintalata di steroidi ed ecco che ritorna di una dimensione tale da essere conservata e da far strabuzzare le palle degli occhi ai miei compari.

La serata è tranquilla, le zanzare latitano, in lontananza vedevamo le luci delle feste estive in paese ed il cielo era un brillio di stelle. Alzando gli occhi ho potuto pure cogliere al volo due stelle cadenti. De Filippo diceva "non è vero, ma ci credo" e pertanto esprimo due desideri... Il primo ancora non so se si avvererà, il secondo ci ha messo meno di un quarto d'ora per concretizzarsi: stavamo levando le tende e proprio mentre ritiravo una delle mie canne, sento una mangiata decisa; inizio a ritirare e sento che viene pesante ma senza scalciare, penso ad un grumo di alghe, ma ad un certo punto qualcosa mi tira verso il fondo... Penso "è lei! sta dando testate sulla sabbia per liberarsi..."; appena l'acqua inizia a diminuire e si sente già sulla griglia prova a divincolarsi ma inutilmente. Alla fine esce fuori una bella oratella di poco meno di mezzo chilo; complimenti e bestemmie da parte degli altri, foto di rito e ci avviamo per tornare.

ILLUSI!!! L'oscurità ci ha reso inabili a ritrovare il sentiero della rettitudine e abbiamo iniziato a vagare cercando la via della verità e della vita... Eravamo in un mare di erba alta, spinosa e non fumabile... Marco cercava di ritrovare la giusta direzione fiutando l'odore della sua auto ma la nostra puzza di sudore misto a bibi lo disorientava. Avremmo potuto vagare per ore e rischiare di morire per opera di uno Snorlax selvatico ma ci siamo salvati perchè nessuno di noi aveva il Pokèmon GO installato. Alla fine arriviamo sul primo sentiero e il fiducioso nonché ottimista Francesco esordisce con un "dai, siamo a metà strada!"; non sapeva quel che diceva, ci attendevano altri 20 minuti di zavorrata prima di poter arrivare alle umidissime macchine, fare la foto di rito e tornare alle nostre umili magioni!





Il bivacco di Francesco