NATI SUGLI SCOGLI - rock fishing 28/08/2016

Ultima domenica di agosto e ultimo giorno di ferie per la maggior parte di noi. La voglia di andare a pesca è tanta e le intenzioni sono delle più bellicose! Non volevamo risparmiarci nulla e allora convoco l'intero club al completo. Andrea, oramai spinner professionista, ha declinato l'invito ma ci seguiva lo stesso per l'organizzazione. Marco ci ha ringraziato ma non poteva ed ecco siamo rimasti io, Anthony, Francesco e un ospite gradito che per una questione di privacy chiameremo Eugenio.


Dato che la mia barca per quel giorno era impegnata, optiamo per noleggiarne una a Castro o in un altro luogo ben più pescoso di Porto Cesareo. Era quasi fatta ma tutto rimane incerto fino a tarda notte: quel sabato sera infatti sarebbe stato devastante... Il primo a dirci che non sarebbe venuto è stato Eugenio, che rischiava di risvegliarsi addirittura a Taranto. Le nostre speranze erano allora concentrate su Francesco ma galeotto fu Facebook che con una foto live ci ha rivelato che il nostro amico era in discoteca ad ubriacarsi soavemente di musica, alcol e belle donne. Alla luce di ciò, io e il vicepresidente abbiamo ritenuto opportuno un CdA straordinario e sorseggiando una birra sotto la suppenna del suo giardino si è deliberato che l'indomani avremmo pescato da riva. Come orario avremmo aspettato notizie dal Franz... Notizie che, come intuitivo, non sarebbero mai arrivate.


E fu notte e fu mattina, è domenica.
Anthony passa a prendermi, decidiamo lì per lì lo spot e ci avviamo...  solo a pochi km dall'arrivo ecco resuscitare Francesco che in pieno post sbornia ci annuncia che non sarebbe venuto (ma va?!)...
Lo spot nuovo ci entusiasma tanto che ad Anthony non importa di far grattare la coppa dell'olio sugli scogli; per fortuna non era la sua Astrid!


Io mi sistemo su uno scoglio impervio, lui va sulla punta accanto. Ci mettiamo subito in pesca e tiro su qualche bel pesciotto; Anthony invece combatte con le sue tre canne senza uscirne vincitore.
Pausa birra per noi...
Continuiamo a pescare e lo sento imprecare: aveva perso il suo raglou sul lancio.
Pausa pranzo; sistemo i pesci nella rete e lascio a mollo... Scorfani, donzelle, salpe e occhiate fanno a gara per finire al mio amo. Intanto Anthony ritrova il suo raglou magicamente impigliato al suo seggiolino.


Dopo quasi 6 ore di pesca decido di raccogliere armi e bagagli; lascio la mia rupe scoscesa e vado a trovare il mio compare di pesca. Appena prendo in mano il suo terminale capisco la causa delle sue mancate catture: aveva montato un amo di due anni fa...
Da buon coach gli aggiusto il finale e gli consiglio il punto dove calare l'esca. Inizia finalmente così a prendere una sfilza di salpe.



Resosi conto della mole delle catture, Anthony va a prendere il retino... Ma succede qualcosa... Lo vedo disperarsi... Le mani nei (pochi) capelli... Lo sguardo perso nel vuoto.... AVEVA PERSO IL RETINO CON I PESCI!!!
Prova a calarsi in acqua per cercarlo e si sfracella sugli scogli... Dopo poco riemerge e si ricorda che aveva messo il retino dalla parte opposta a quella in cui stava cercando. Benedetto figliuolo...


Oramai eravamo a pescare sugli scogli da 7 ore e scoglionati ma contenti decidiamo di tornare a casa.
Piccola nota triste: mio zio aveva perso la sicura del retino e pertanto non chiudeva bene; in balia delle onde abbiamo perso qualche pesce che è tornato a sfamare i granchietti degli scogli.

RICOMINCIAMO - pesca a fondo 13/07/2016


Saranno passati secoli oramai dall'ultima volta che ho scritto qui sul blog, anche perchè da allora l'unica cosa che le mie canne da surf hanno preso è stata solo polvere!!

Oggi la parola d'ordine è RITORNO: è ritornato Marco, da buon figliuol prodigo, dalle Americhe; è tornato pure quel polentone di un Francesco; Anthony è ritornato a fare cappotti ed io sono tornato a pescare lì dove da piccolino andavo la mattina presto a vedere i colibrì...

Che idillio!!

Le steppe da attraversare
La decisione della zona di pesca è stata incerta fino all'ultimo ma grazie al guizzo fatale del grande assente Andrea, oramai convertito allo spinning (si, perchè a lui il pesce piace grosso), i sentimenti e i presagi mi hanno portato lì dove se non ci fossero gli alberi potrei sentirmi proprio dentro casa.
La difficoltà però stava nel fatto che per arrivarci avremmo dovuto scarpinare per dune e macchia per una buona mezz'ora. Nulla di che, direte voi, ma fatelo zavorrati dell'attrezzatura e con la citilena che vi taglia la mano!

Ci mettiamo in pesca rispettando la tradizione che vuole a nostro supporto morale litrate di birra... La prima mormora che mi fa visita è dimensione "asian" e la rilascio in mare; il tempo di prendere una quintalata di steroidi ed ecco che ritorna di una dimensione tale da essere conservata e da far strabuzzare le palle degli occhi ai miei compari.

La serata è tranquilla, le zanzare latitano, in lontananza vedevamo le luci delle feste estive in paese ed il cielo era un brillio di stelle. Alzando gli occhi ho potuto pure cogliere al volo due stelle cadenti. De Filippo diceva "non è vero, ma ci credo" e pertanto esprimo due desideri... Il primo ancora non so se si avvererà, il secondo ci ha messo meno di un quarto d'ora per concretizzarsi: stavamo levando le tende e proprio mentre ritiravo una delle mie canne, sento una mangiata decisa; inizio a ritirare e sento che viene pesante ma senza scalciare, penso ad un grumo di alghe, ma ad un certo punto qualcosa mi tira verso il fondo... Penso "è lei! sta dando testate sulla sabbia per liberarsi..."; appena l'acqua inizia a diminuire e si sente già sulla griglia prova a divincolarsi ma inutilmente. Alla fine esce fuori una bella oratella di poco meno di mezzo chilo; complimenti e bestemmie da parte degli altri, foto di rito e ci avviamo per tornare.

ILLUSI!!! L'oscurità ci ha reso inabili a ritrovare il sentiero della rettitudine e abbiamo iniziato a vagare cercando la via della verità e della vita... Eravamo in un mare di erba alta, spinosa e non fumabile... Marco cercava di ritrovare la giusta direzione fiutando l'odore della sua auto ma la nostra puzza di sudore misto a bibi lo disorientava. Avremmo potuto vagare per ore e rischiare di morire per opera di uno Snorlax selvatico ma ci siamo salvati perchè nessuno di noi aveva il Pokèmon GO installato. Alla fine arriviamo sul primo sentiero e il fiducioso nonché ottimista Francesco esordisce con un "dai, siamo a metà strada!"; non sapeva quel che diceva, ci attendevano altri 20 minuti di zavorrata prima di poter arrivare alle umidissime macchine, fare la foto di rito e tornare alle nostre umili magioni!





Il bivacco di Francesco